Kazakistan, cosa sta cambiando

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Dall'1 gennaio 2015 il Kazakistan, insieme a Russia e Bielorussia, entrerà a fare parte dell'Unione Eurasiatica: 170 milioni di abitanti con un PIL di oltre USD 2,7 trilioni.

La regione disporrà inoltre di circa il 20% delle riserve di gas mondiale e del 15% di quelle petrolifere. La formazione dell'Unione è stata voluta dalla Russia per bilanciare le forze commerciali con l'UE.

Il settore finanziario, colpito dalla crisi del 2008, è stato sostenuto con interventi statali per evitare il fallimento di diversi gruppi bancari. Il processo attuale di riprivatizzazione delle banche salvate dal governo dovrebbe portare al consolidamento del sistema bancario attraverso la fusione tra imprese.

Nel paese predomina il settore estrattivo, in gran parte controllato dallo stato. Oltre il 50% della produzione industriale è data dal settore petrolifero la cui produzione annuale dovrebbe salire a 120-150 milioni ton entro il 2015. Segue per importanza il settore minerario, con le riserve di ferro pari al 6% delle risorse globali.

A giugno 2014 è stato siglato un accordo con le compagnie petrolifere per estendere il contratto di concessione del sito di Kashagan. La prima fase dovrebbe concludersi nel 2016 e garantire una produzione di 450 mila b/g. La produzione, iniziata a settembre 2013, era stata interrotta a causa di perdite negli oleodotti. Secondo il ministero dell'economia kazaco, la mancata produzione quest'anno causerà una perdita dello 0,5% del PIL.

Nell'ambito del programma di sviluppo 'Kazakhstan 2020', il piano quinquennale (2010-2014) di industrializzazione si concentra sulle produzioni ad alto contenuto tecnologico. Nel 2013 il Kazakistan ha registrato +5% grazie alla crescita dei consumi e degli investimenti, nonostante una contrazione delle esportazioni petrolifere.

L'Italia è il secondo paese europeo esportatore in Kazakistan dopo la Germania, sesto a livello mondiale. Nel 2013 abbiamo esportato per EUR 731 milioni (-8%), prevalentemente beni di meccanica strumentale (43,3% dell'export totali) e moda (22,1%). Abbiamo importato idrocarburi e prodotti raffinati (95%) per 3,7 miliardi (-21%). Nel primo semestre 2014 le esportazioni italiane hanno registrato -28% mentre le importazioni dal Kazakistan -14%.

In Kazakistan SACE ha assicurato operazioni di export e investimenti per 67 milioni di euro prevalentemente nell'industria metallurgica e nelle infrastrutture e costruzioni sebbene il potenziale offerto nel medio termine sia più articolato. Secondo SACE vi sono infatti opportunità interessanti in linea con la strategia economica del Governo kazako, volta a stimolare la crescita e lo sviluppo del tessuto industriale locale puntando su settori a maggiore valore aggiunto, come infrastrutture e tecnologie meccaniche, ma anche agroalimentare, tessile e abbigliamento.

Il piano di investimenti pubblici per 5 miliardi di dollari mira a potenziare il ruolo del Kazakistan nel trasporto aereo, marittimo e ferroviario a livello regionale.

Con l'obiettivo di espandere le opportunità di business per le imprese italiane nei settori non-oil in cui il governo kazaco sta investendo, SACE prenderà parte alla Missione del Ministero dello Sviluppo Economico in Kazakistan dal 9 al 12 novembre 2014 .

In Kazakistan il gruppo assicurativo-finanziario italiano ha allo studio 500 milioni di euro di nuovi progetti e punta a consolidare il posizionamento del Made in Italy in una gamma diversificata di comparti industriali.