Manifatturiero: Cina al primo posto

Pechino

Nella graduatoria globale della produzione manifatturiera prosegue l'ascesa dei paesi emergenti frutto anche della ricaduta in recessione dell'industria nelle maggiori economie europee.

Tra i fenomeni in atto indicati negli 'Scenari Industriali' di giugno di Confindustria figurano, oltre all'ascesa dei paesi emergenti, la selezione delle imprese, i divari di performance aziendali e la mobilità dei modelli di business.

I risultati 2011 confermano la Cina in prima posizione seguita da USA, Giappone e Germania; avanzano Corea del Sud, Brasile, India, Russia e Indonesia, ponendo così sfide epocali nelle materie prime, nell'energia e nell'ambiente. L'Italia è scivolata all'ottava posizione nonostante la marcata ricomposizione merceologica delle produzioni e geografica delle esportazioni.

Nei paesi della UE-15 Confindustria segnala una relazione diretta tra calo dell'attività industriale e vuoti nella domanda interna: in Italia gli spazi lasciati dalla flessione della produzione non sono stati occupati da maggiori importazioni.

Alcune imprese, dotate di maggiori capacità di gestione, puntano ora a crescere e aumentano la verticalizzazione; altre semplificano gli assetti organizzativi e mutano la collocazione nella catena del valore.

Il ritorno alla crescita economica passa per il rilancio del manifatturiero anche attraverso politiche industriali che ne esaltino il ruolo di motore dell'innovazione.

L'analisi del Centro Studi Confindustria relativa a maggio 2012 evidenziava come lo scenario economico avesse cessato di migliorare. La ripresa USA continuava poco robusta mentre lo sviluppo degli emergenti restava un motore potente anche se lievemente rallentato. Gli indicatori segnalavano, tra l'altro l'accentuamento della recessione nell'Eurozona e nel Regno Unito; nel manifatturiero la diminuzione dell'attività e dei nuovi ordini, preannuncio di negativi andamenti produttivi.

Da notare che il contagio lambisce ora la Germania e ha investito i Paesi Bassi, dove è scoppiata la bolla immobiliare, che rimane invece gonfia e minacciosa in Francia. L'economia tedesca si espande grazie ai servizi ma l'impostazione deflazionistica per migliorare la competitività vacilla. Anche in Italia la ripresa si allontana: la domanda interna a maggio è calata più del previsto e l'export ha perso slancio rispetto a qualche mese fa, nonostante il miglioramento del commercio mondiale; l'aumento del numero di persone in cerca di occupazione conferma le difficoltà dei bilanci delle famiglie, mentre i margini delle imprese sono erosi dai maggiori costi unitari, anche del lavoro.

Fonte: Confindustria