Cina, 12° piano quinquennale di sviluppo socio-economico

Pechino

Il colosso cinese avanza a grandi passi. E cresce imponendosi al mondo intero.

Anche gli italiani ora capiscono l'importanza di far parte di questo processo di crescita lasciandosi alle spalle quei timori – spesso fondati – di andare in pasto a un 'nemico' abilissimo nel riprodurre i più disparati prodotti anche se di qualità mediocre. Ma la Cina, dicevamo, avanza a grandi passi e quello che può essere stato vero fino a ieri oggi non lo è più: la produzione cinese migliora, le metropoli cinesi sono ultra-moderne, l'inquinamento diminuisce. E gli italiani capiscono che conviene stringere alleanze con il nemico di ieri, ora sempre più assetato di tecnologia, di know-how e di energia.

A proposito di energia, si prevede che fino al 2030 la Cina assorbirà un quarto dell'incremento della domanda mondiale e spenderà 130 miliardi di dollari l'anno in nuovi impianti di generazione. Forse non tutti sanno che il Paese è ai primi posti nella classifica mondiale per investimenti in energie rinnovabili con 49 miliardi di dollari investiti nel 2010 nell'eolico e nella ricerca di tecnologie energetiche verdi.

Sono tante le opportunità per le imprese italiane di fare business con la Cina, come è stato ribadito durante l'incontro "Energia per il futuro, tra Italia e Cina" organizzato a Milano il 28 marzo 2012 dallo studio legale internazionale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, specializzato in consulenza e assistenza in diritto d'impresa, che ha recentemente attivato un Desk Cina per fornire alle aziende italiane assistenza legale e fiscale sul mercato cinese. E agli investitori cinesi l'accesso a concrete opportunità di business.

'Factory of the World' è il termine più appropriato per designare la Cina, un paese dove si produce di tutto e per tutti. "La Cina si pone come problema e soluzione contemporaneamente – ha spiegato Romeo Orlandi, vice presidente Osservatorio Asia -. Se fino a qualche anno fa il Paese veniva preso in considerazione come mercato di destinazione delle nostre merci, nell'ambito della globalizzazione quantificare import ed export ha perso di significato mentre acquistano importanza la qualità e la trasmissione di informazioni."

La Cina è un partner commerciale importante per le imprese italiane: l'interscambio Cina / Italia nel 2011 è stato pari a 51,3 miliardi di dollari. L'export italiano in Cina è aumentato del 26,7%. "Per l'industria italiana il mercato cinese rappresenta una grande opportunità economica – ha affermato Li Bin, console economico e commerciale per la Cina -. L'Italia vanta numerose eccellenze, ingrediente essenziale per un buon partenariato: tecnologie avanzate, design, modelli aziendali..." Il piano triennale 2010 – 2013 per lo sviluppo è infatti concentrato sugli investimenti e sull'espansione delle aree di cooperazione economica.

Nel 2010 il PIL cinese è cresciuto del 10,3%: con un PIL a 5890 miliardi di dollari, la Cina rappresenta la seconda economia a livello mondiale. "Oggi in Cina si investe in infrastrutture, educazione, ricerca – ha affermato Katherine Liu, resposabile China Advisory Services nonché direttore BDO Europe China Services di BDO International -. Il 12° piano di sviluppo socio-economico, ratificato recentemente, coprirà il quinquennio 2011 – 2015 stabilendo gli obiettivi dei settori chiave e ponendosi come riferimento a livello locale, provinciale e nazionale. Rispetto al precedente piano (2006-2010) che guardava alla crescita senza considerare alcuna conseguenza, vengono assunte posizioni più bilanciate e sostenibili: il tema di una 'società armoniosa' viene ulteriormente sviluppato attraverso una cosiddetta 'crescita inclusiva', in modo che una maggiore porzione della popolazione possa avvantaggiarsi del successo economico tenendo al tempo stesso in maggiore considerazione i temi ambientali. Il 12° Piano quinquennale ha tenuto indubbiamente conto anche della crisi e del rallentamento economico in atto a livello globale."

Il piano quinquennale 2011 – 2015 prevede un tasso di crescita del PIL intorno al 7%, più basso rispetto a quello dell'11% previsto nell'11° piano quinquennale, prediligendo i consumi del mercato interno rispetto a investimenti ed esportazioni e identificando alcune industrie emergenti e strategiche, sforzandosi di ristrutturare l'economia, incoraggiando il consolidamento industriale e promuovendo la scalata dell'economia cinese nella catena del valore. Tra i settori che saranno incentivati e supportati a livello governativo con finanziamenti per 4 mila miliardi di CNY figurano biotecnologie, energie alternative, attrezzature di alto profilo, produzione, conservazione dell'energia e protezione ambientale, veicoli a basso impatto ambientale, nuovi materiali e IT di nuova generazione.

Nella pianificazione si parla di riforme rese necessarie dalla rapida urbanizzazione, un sistema di tassazione per agevolare le regioni meno sviluppate che incentivi gli investimenti, riforme rurali, strutture per la salute pubblica e protezione dell'ambiente. A questo proposito sono stati identificati numerosi obiettivi di efficienza energetica e di energia in generale , dalla conservazione dell'energia alla qualità dell'ambiente, fino allo sviluppo e utilizzo di energie alternative.

Sul mercato cinese vale la regola della programmazione a lungo termine senza trascurare lo sviluppo sociale, che ha portato a una crescita del ceto medio con maggiore potere di acquisto. Quali investimenti stranieri avranno successo? La sfera di cristallo parla chiaro: automotive, ingegneria, manifatturiero, veicoli a basso impatto ambientale...

MariCro